“Siete
davvero convinti che un pavimento non possa essere anche un soffitto”? Questa è
la frase che ci accoglie in una delle stanze espositive del Chiostro del
Bramante e che racchiude in pieno il senso dell’arte di Escher. Tra le opere
che lo hanno reso più noto “Mano con sfera riflettente”, interessante scoperta
sono le opere “Pozzanghera”, “3 mondi”, “Interno di S. Pietro”, ”Cielo e Acqua”,
tutte opere che fanno capire come Escher riuscisse a rappresentare la realtà
attraverso la visione geometrica, la percezione visiva, la concezione dei pieni
e dei vuoti, rappresentando figure di cui si vede solo una parte, ma che
osservando bene, ne rivela altrettante, la metamorfosi, trasformando elementi
dell’aria in elementi dell’acqua e viceversa.
Personalmente
non conoscevo questo artista olandese in maniera approfondita, sapevo
riconoscere le sue opere, ma non mi ero mai avvicinata a lui con particolare
interesse.
Dal 20
settembre 2014 al 21 febbraio 2015, a Roma, è esposta una sua mostra che mi ha
lasciata letteralmente affascinata!
Prima
di andare a visitare l’esposizione mi ero informata un po’ su di lui , ma ero sicura
che visitarla non mi avrebbe lasciato un’emozione particolare.
E
invece mi sono dovuta ricredere!
Nato
come grafico, vissuto tra il 1898 e il 1972, Escher viene in Italia vivendo
l’esperienza del Grand Tour dal 1922, lasciandoci testimonianze di diversi
paesaggi, delle vedute meravigliose di paesi e monumenti, del nostro paese, realizzati con diverse tecniche incisorie, unendo al loro interno forme
lineari e geometriche , aggiungendo elementi della natura come animali e
piante, di cui era un grande studioso.
Lo
sguardo artistico escheriano, viene preso ad esempio anche da artisti musicali
che riportano le sue opere sulle copertine dei loro album, ma anche da letterati,
come Calvino che riporta l’opera “Altro mondo II”sulla copertina della prima
edizione delle sue “Cosmicomiche”.
Si
resta catturati dall’illusione che riesce a dare in “Casa con scale” del 1951,
cercando di capire la posizione degli elementi rappresentati, di queste scale
che sembrano salire e scendere allo stesso tempo.
Insomma
il viaggio in questa mostra è davvero avvincente e lo è anche per i bambini, in
quanto sono stati organizzati percorsi didattici per svelare i trucchi della
percezione, attraverso i quali anche gli adulti resteranno affascinati da ciò
che riusciranno a vedere, grazie all’approccio matematico dell’arte con il quale
Escher riesce a far apparire la relazione del logico e dell’illogico nelle sue
rappresentazioni.
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