Benvenuti
alla recensione (lungi dal voler essere uno spoiler) del romanzo di Dan Brown
“Inferno”.
Libro
di 522 pagine (numero di cui posso ritenermi abbastanza soddisfatta visto che
adoro leggere “mattoni), ambientato inizialmente nella città di Firenze e che
sposta la scenografia in altre meravigliose città che, anche se non si ha avuto
la fortuna di visitarle tutte, questo libro ha il potere di lasciarti
affascinare da ess.
E’ il “classico” thriller alla Dan Brown che
ha come scenario delle vicende, edifici storici mettendo in risalto anche una
descrizione storica – artistica degli stessi.
Questo
descrivere nozioni inerenti alla storia e all’arte dei luoghi scenario della
“corsa continua” dei protagonisti, mi affascina tantissimo!
I
protagonisti sono l’intrigante professor Robert Langdon (si perché io lo immagino così e
che non centra nulla con Tom Hanks che l’ha impersonato nei vari film tratti
dai romanzi di Dan Brown) e una dottoressa, che devono risolvere un mistero
legato alla figura di Dante.
Il
metodo di scrittura di Dan Brown mi ha catturata sin dal suo primo libro “Il Codice
da Vinci”, questo trascinarti nella lettura senza rendertene conto, per poi
finire il capitolo e lasciarti così, in sospeso e con la voglia di capire cosa
accadrà dopo, voglia che non si appaga subito in quanto, per scoprire il
seguito di alcuni fatt,i bisogna passare almeno 2 capitoli nei quali si
intrecciano altre vicende della storia! Insomma ci si ritrova a leggere il
libro tutto d’un fiato!
E’ un
romanzo, certo, e di fantasia ce n’è in abbondanza, questo non si può negare,
ma il mescolare l’immaginazione con fatti reali è davvero geniale, a mio
parere.
Lo
scrittore ha la capacità di tenere con il fiato sospeso il lettore, ma ahimè, i
suoi finali sono quasi sempre deludenti!
L’impressione
generale sul libro è sicuramente positiva, ma il finale sembra sempre un po’
“forzato”.
Quindi
se volete cimentarvi nella lettura di questo romanzo, godetevi il viaggio ma
non la meta!